domenica 29 aprile 2012

Risposta alla domanda di una persona: "ma se gli alieni/spiriti esistono e sono tanti, perché io non li vedo né li sento?"

Tempo fa, qualcuno di Nobisco ebbe modo di poter rispondere a questa domanda, che pare comunque legittima: perché alcuni riescono ad avere percezioni riguardo l'esistenza di presunte entità spirituali/aliene, e altri no? E dove sono e perché non tutti sembrano essere in grado di percepirli?

A voler rispondere fu una ragazza amica di Nobisco, e queste sono le sue parole (tralaltro si esprime molto bene):

"Vorrei solo dire alcune cose, per rispondere a questa domanda, cioè queste: sono nata e cresciuta in una famiglia dove pochissime, ma veramente pochissime persone, si professavano "credenti". Ho ricevuto un'educazione laica e anche scientifica, anche se poi, per mia passione e predisposizione, ho fatto studi di linguistica piuttosto che di fisica o chimica o quello che è.
Lo dico per sottolienare il fatto che non ho mai subito alcun di indottrinamento, di plagio o altro, né in famiglia, né fuori di essa.

Tuttavia devo, ripeto DEVO ammettere prima di tutto con me stessa, e poi, umilmente, vincendo imbarazzo e paura dell'altrui derisione, che in effetti io di esperienze di tipo "preternaturale", o "paranormale", come volete chiamarle, ne ho avute alcune.
Perché? Non lo so! Era come se, fin da piccola, io avessi una particolare predisposizione a vivere questo tipo di esperienze anche se nessuno me ne parlava, e quindi non ero suggestionata da niente, neppure da eventuali film o romanzi che avrei potuto guardare o leggere.

Anni dopo riuscii a confidarmi con dei miei parenti, scoprendo che due di essi avevano vissuto e anche al presente, di tanto in tanto, vivono, esperienze simili alle mie.
Non siamo affetti da nessuna patologia, e anzi trovo assurda la tendenza di alcune persone a voler a tutti i costi patologizzare tutto questo quando il soggetto che fa esperienza spontanea di tali fenomeni di fatto poi ragiona in modo lucido, non si scompensa, non segue ideazioni distorte o avulse dalla realtà, e vive insomma una vita normale, ordinaria in tutto il resto di cose che fa.

Io comprendo molto bene il punto di vista scettico, inteso come prudente, o anche perplesso, inadagatore, non credulone (ma neppure negazionista a priori). Mi metto infatti nei panni di chi non ha mai fatto esperienze diciamo "particolari" e pensa dentro di sé: - Accidenti, ma perché questa gente afferma di avere sperimentato questo e quello, e a me non è capitato un bel nulla? Perché alcuni sì e altri no? Chi ha ragione e chi si illude? -.
Capisco benissimo questo ragionamento, e lo farei pure io se non avessi io per prima, e fin da piccola (e ora sono una giovane donna) sperimentato saltuariamente certe cose.
Non sono una fissata con il preternaturale, anche se ad un certo punto della mia vita ho avvertito il desiderio di parlarne con qualcuno o di scrivere qualcosa in merito. Non so perché certe persone sono più predisposte di altre. Ad eccezioni dei palesi casi di psicopatologia, uso di sostanze allucinogene, compresi certi psicofarmaci o altre sostanze psicoattive, droghe, alcol e dipendenze varie, e ad eccezioni di casi di ciarlataneria e volontà di ingannare o di esibirsi, io penso che ci siano effettivamente persone che vivono esperienze "fuori dall'ordinarietà" come noi la intendiamo. Io non ci trovo niente di scandaloso, di antiscientifico o di retrogrado in tutto questo.
Anche perché le persone con cui, cerca qua e cerca là, sono entrata in contatto per condividere alcune esperienze di questo tipo, non erano persone ignoranti, superstiziose o disturbate, ma persone che avevano una famiglia normale, un percorso di studi universitari anche scientifici, di medicina o di fisica, per esempio, e un'intelligenza normale o persino più "sveglia" di altre.

Forse che l'evoluzione, la trasmissione del patrimonio genetico, ha fatto sì che taluni individui siano dotati in modo innato, più di altri, di facoltà di percezione che consentono loro di approfondire il concetto di realtà, cioè di percepire aspetti, o piani di essa, che altri non riescono a captare? So che il linguaggio che adopero non è probabilmente il migliore che potessi scegliere, per ora non mi viene in mente terminologia più adeguata, spero di riuscire a spiegarmi.
E' l'idea che mi sono fatta io. Vorrei, personalmente, avere modo di rendere partecipe chiunque lo desideri di quello che ho sperimentato io. Vale a dire: percezioni nitidissime di esseri/intelligenze/entità "aliene" nel senso di "altre da me", che presentavano alcune delle caratteristiche per cui potrebbero essere quelle stesse "creature" che la tradizione chiama "angeli" o anche, in certi altri casi, "demoni". Non penso di dire novità.
Non sono una contattista. Non sono una spiritista. Solo una volta, anni fa, per curiosità mia e mia immaturità feci la stupidaggine (perché, credetemi, da parte mia fu tale) di provare a fare "reiki". Avendolo provato, mi sento di consigliare di NON farlo !

Quindi non sono niente, nessuna medium, nessuna leggicarte, nessuna indovina (ma per carità!). Solo una ragazza, studentessa universitaria anche brava (sono sempre stata brava a scuola, sempre avuto voti alti e molto impegno nello studio) e ogni tanto, spontaneamente, vivo esperienze che rientrano in quello che si definisce "paranormale", o che inerisce a dimensioni altre, o ad esistenze aliene nel senso appunto di altre da noi, di un altro tipo. Non vedo comunque perché noi persone umane dovremmo avere la "presunzione" di voler essere a tutti i costi gli unici essere intelligenti e autocoscienti in tutto il vasto universo, o anche sul nostro pianeta.
Penso che, per alcune cose (altre non le condivido) abbia un po' di ragione di Prof. Corrado Malanga. Per alcune cose. Non mi sento di ridere di quanto afferma. Posso capire in parte sulla base di cosa lo affermi.
Io non ho mai provato a produrre documentazione (fotografie o registrazioni) perché le mie esperienze sono spontanea, non le programmo, non le provoco, succedono e basta.
Personalmente, sono contenta che nella mia vita ci sia, ogni tanto, anche questo. Non mi ritengo diversa, anomala o ridicola: IO VADO BENE COSI'.

Purtroppo non ho foto o altro da mostrare, perché non ho mai neppure provato a farne e comunque non sono neppure brava con la fotocamera.
A volte mi viene da sorridere pensando a come ci siano persone - senza voler mancare di rispetto a nessuno - che "corrono come matti" dietro a fenomeni presunti paranormali, o con la volontà di smentire o con il desiderio di farne esperienza, o entrambe le cose messe insieme. Scrivono libri, vanno intelevisione (tipo alcuni del CICAP, che di tutto questo ne hanno fatta, talvolta, una professione e ci campano così), indagano qua e là, parlano di scienza (come noi la intendiamo in occidente, e in questi tempi, poiché non sappiamo se e come in futuro il concetto stesso di scientificità e il metodo potrebbero subire modifiche).

Dicevo... mi viene da sorridere (con tenerezza, non con dileggio) pensando a quanto si affannano questi qui, mentre io e altre persone, persone comuni, normali, per niente superstiziose né fanatiche, sperimentiamo alcune cose con la massima naturalezza. Non vorrei sembrare snob dicendo questo, non penso di essere migliore di nessuno, come tutti ho pregi e difetti.
D'altra parte, c'è chi ha un talento, e chi ne ha un altro. Io per esempio da piccola avrei preferito diventare una campionessa di ginnastica artistica, piuttosto che fare la figura della "sensitiva" fin da bambina.
Ma come diceva quell'espressione latina..... unicuique suum."

P.S. : il CICAP stesso è eterogeneo, è composto da diverse persone, con storie di vita, percorso formativo ed esperienze esistenziali e non solo molto diverse, pertanto anche lì, c'è chi la pensa in un modo, chi in un altro, probabilmente... si spera non siano tutti lì a "correre come matti" dietro questa o quell'affermazione "sul paranormale", ma che siano persone tranquille, e quanto al fatto di averne fatta una professione... e che volete, uno per vivere può anche fare giornalismo, scrivere libri, comparsate nei talk show... solo una cosa lascia Nobisco perplessa: che ci sia un articolo sul sito del CICAP (quello su Rosemary Altea, consultato il 29 aprire 2012) che per leggerlo bisogna pagare 0.50 centesimi di euro. Altri articoli invece no, ma questa cosa a Nobisco non piace: l'informazione deve essere gratuita e basta, almeno su internet. Nobisco è contraria ai siti a pagamento, o agli articoli a pagamento. Cosa ci sarà scritto mai  in questo articolo da doverlo pagare? Secondo noi, non  fa molto onore, questo fatti di far pagare un articolo, all'affermazione del CICAP che si dichiara esente da fini di lucro, pur accettando donazioni.