lunedì 30 aprile 2012

Bizzarro ragionamento: "ma se Dio esiste/ma se gli Angeli esistono, perché a me le cose sono andate male?"

Forse sarà capitato anche a voi di sentire in giro frasi come:

"Ma se Dio esiste, perché mio figlio è morto?"

"Ma se gli Angeli esistono, perché l'azienda in cui lavoravo è fallita?"

In breve: se Dio esiste, e se gli spiriti angelici sono operativi, perché il male abita il mondo, che è spesso teatro di tragedie?

Premettendo che nessuno di noi intende scrivere in un blog un trattato di morale, o di teologia, o che altro, né fornire rispostine facili facili a questioni che sono complesse, lasciamo la parola ad un'amica di Nobisco, peraltro molto schietta nel dire le cose.

" Queste sono domande, più che essere dei veri interrogativi, spesso sono soltanto un'espressione del dolore e della rabbia di persone che stanno attraversando un momento difficile. E' comprensibile come, di fronte all'esperienza di un lutto (inteso come "perdita" in senso generico, sia di una persona cara che del lavoro, status sociale, salute fisica e via dicendo) alcune persone possano sentirsi invase da sconcerto, rabbia, delusione, amarezza. Questo è a parer del tutto normale, prevedibile, è umano.

Tuttavia, prendendo sul serio questo tipo di domande, vorrei fare io a  mia volta una domanda a queste persone che se ne escono con simili interrogativi: - Ma voi, prima dell'evento doloroso che vi ha colpiti, che tipo di relazione avevate con le dimensioni dello Spirito e degli spiriti?

Avevate coltivato, in tempi di letizia, di salute, di prosperità e di pace, cioè prima di stare male e di soffrire a causa di qualcosa, la vostra spiritualita?

Oppure vi accontentavate di godere le gioie tutte materiali della vostra esperienza terrena, come se non esistesse nient'altro?

Non che io abbia qualcosa in contrario al godersi la vita - senza eccedere e senza fare sciocchezze - ma... è comodo "pretendere" l'intervento Celeste, il miracoletto, il segno per credere, quando ci si trova a star male e non si sa più dove sbattere la testa, mentre prima di Dio e dei Suoi Angeli chissenefregava !!

A costo di essere tanto schietta da sembrare dura, vorrei fosse chiara una cosa: la relazione positiva con le persone angeliche, che portano al Principio Spirituale da dove derivano/deriviamo e per cui esse sussistono, è una relazione che si coltiva giorno dopo giorno, nei momenti di ordinario benessere, di semplice quotidianità, e non soltanto quando si sta male e ogni rimedio naturale ha fallito, oppure correndo come matti dietro la straordinarietà.

Vorrei dire a tutti i ghost-hunters, e soprattutto ai miracle-hunters, che l'amicizia con gli Angeli e con Dio è lavoro di una vita,  è qualcosa che si sceglie di vivere giorno dopo giorno, senza autoesaltarsi, senza voler esibire alcunché.

E' qualcosa che tutti noi possiamo fare, non solo chi ha percezioni in tale senso, o esperienze mistiche o metapsichiche, o intuizioni spirituali. E' vero, c'è chi vive tutto questo, c'è chi è più sensibile nel senso di recettivo a spontanee esperienze (sottolineo "spontanee") di contatto con entità intelligenti non umane.

Tuttavia a nessuno è precluso di poter provare a fare un percorso spirituale volto ad approfondire, nel bene mi auguro, la conoscenza della purezza, della benevolenza, del soccorso, del consiglio del loro Custode angelico.

Come si può pretendere di poter fare, nell'ambito di una situazione di sofferenza, esperienze che dovevano essere vissute e valutate nell'ordinarietà dei giorni? O di costruire in poco tempo quello che, per molti, è percorso di anni se non di tutta la vita? La conversione intesa come un volgersi sempre più consapevole e deliberato alla logica dello Spirito e degli abitanti che popolani gli altri mondi, è cosa di una vita, non di alcuni giorni.

Non nego tuttavia che vi possano anche essere casi di persone che "si risvegliano spiritualmente", che "aprono il terzo occhio", che "diventano recettive e  coinvolte" in seguito ad esperienze dolorose o molto forti. Certo che può capitare. Ma questo è l'incipit, da lì poi si dovrebbe decidere di intraprendere un cammino vissuto all'interno della propria esperienza di vita quotidiana.

Inoltre, è bene introdurre il concetto dell'arbitrio umano. Come si può pretendere che un Angelo, che un Custode, intervenga a salvare un ragazzo da un incidente in moto (esempio) premesso che:

1. Quel ragazzo forse stava guidando malamente la moto, correva troppo velocemente, ha perso il controllo del mezzo per tale motivo. Oppure è rimasto coinvolto in un impatto con un'auto il cui condicente non ha rispettato un segnale di stop ad un incrocio? Qui è chiaro che c'è una responsabilità umana che va riconosciuta, e nessun Angelo potrà interferire con la decisione libera di un essere umano, anche nel caso in cui tale decisione fosse sciagurata.

2. Mettiamo caso che il Custode angelico avesse tentato un'ammonizione, cioè di ispirare alla creatura umana che sta seguendo di rallentare o di fermarsi in prossimità dell'incrocio. Bene, io dico questo: se quell'essere umano non ha mai fatto nessun tipo di cosa per diventare recettivo nei confronti del suo Angelo, o in altre parole: NON SA ASCOLTARE, come può accorgersi di questa ispirazione? Se fa sempre quel cavolo che gli pare agendo di testa sua, senza comunque riflettere neppure razionalmente sul fatto che guidare come pazzi può avere conseguenze negative (incidenti), come può, di punto in bianco, dirsi "preparato" ad accogliere un'ispirazione angelica?

3. Le persone che amavano quel ragazzo (la sua famiglia, la sua ragazza, gli amici...) pregavano per lui? Pregavano gli Angeli e il Cielo che lui fosse protetto, preservato da ogni fattaccio gli potesse capitare? Lo sapete che è egoista pregare solo per noi stessi, ma la preghiera, l'energia, è bene rivolgerla agli altri, e pregare i loro Angeli oltre che il nostro?

Ci sono effettivamente stati casi di persone che sono riuscite ad ascoltare e anche a seguire una buona ispirazione senza avere avuto precedenti esperienze di contatto, di ricezione del segnale e di ascolto anche del proprio cuore e della propria ragione. Senza allenamento. Ma sono casi rari. Solitamente chi non è preparato in qualche modo a fermarsi e ricevere, chi insomma non sa ascoltare le ispirazioni e neppure il suo sesto senso, o anche buon senso, molto probabilmente non cambierà comportamento, andando incontro alle conseguenze del suo agire, o di quello altrui, cioè di altre persone "che non ascoltano" né i loro Angeli, né la loro Ragione con la quale sempre questi spiriti collaborano.

Quindi, la "colpa" o meglio, la "responsabilità" di quanto avviene è sempre e primariamente DEGLI ESSERI UMANI, non di Dio, non degli Angeli. E neppure dei Demòni.

Dovremmo riflettere sul fatto che è in nostro potere, seppure entro dei limiti, il darci gioia o dolore gli uni gli altri, con le nostre scelte e comportamenti nei confronti di noi stessi e del prossimo, in ogni settore, sia su piccola che su larga scala. Anche se esiste la fatalità, le calamità naturali, esiste la malattia, resta il fatto che se tutti gli esseri umani rinunciassero a compiere il male deliberato, o a seguire logiche di egoismo, di accumulo di ricchezze, di violenza e di sopraffazione, non ci sarebbe neppure bisogno di invocare disperatamente né Dio né gli Angeli, ma soltanto di chiamarli al nostro fianco per rallegrarci con loro e parlare di quanto è bello rinunciare alla violenza e all'egoismo, vivere onestamente e volersi bene gli uni gli altri.

Perché dunque, nonostante Dio e i Suoi Angeli, il dolore abita il mondo? Perché gli uomini non pregano e non ascoltano quello che viene dal Cielo, non ascoltano neppure il loro cuore, parlano di etica, ma non ne seguono i princìpi, parlando di avere dei diritti, ma scordano i doveri, parlano di essere umili, ma rimangono chiusi in gusci di superbia, di autocelebrazione, di smania di successo e di potere.

Il male di cui facciamo esperienza, ad eccezione di quello naturale che comunque rientra nel meccanismo per cui esiste anche una selezione naturale, e per cui senza la morte non sarebbe possibile la vita, ecco dicevo, ad eccezione di questo, tutto il resto del male viene dall'uomo. Non dalla natura, non dai virus, non da anomalie o difetti genetici. Non nego che si possa stare male e morire per questo, ma la maggior parte della gente soffre a causa di quanto viene dagli uomini, cioè della conseguenza del comportamento umano, anche di persone a noi distanti che hanno preso decisioni (politiche, economiche) le cui conseguenze si sono ripercosse su larga scala.

E chi ha scelto? Dio? gli Angeli? Satana? La responsabilità, io dico, è degli uomini, e ciascuno nel suo piccolo, secondo le condizioni in cui si trova, secondo le sue possibilità (cognitive, intellettive, psicoaffettive ecc), dovrebbe prendere coscienza di essere arbitro di sé stesso, e assumersene le responsabilità nei confronti della sua persona, della sua vita e del suo prossimo, anziché lamentarsi che il Cielo non gli manda gli Angeli a fargli il miracoletto che gli risolve la vita.

Quindi: non aspettate di star male per rivolgervi agli Angeli e cercare di costruire con essi e con il Cielo una relazione di amicizia, di fiducia, di consiglio nel bene e anche di protezione. Vivete "da giusti" , onestamente, e siate gentili con gli altri, con tutti. Denunciate il male e cercate di combatterlo. Ma siate riflessivi e responsabili in prima persona di quanto dite e fate, protagonisti della vostra vita, delle vostre scelte. Non demandate al Cielo quello che spetta a voi di compiere, anche se il Cielo vi sarà alleato nel bene.

Diversamente, quando, sull'orlo di un baratro esistenziale, cercherete il vostro Angelo accanto a voi, potrebbe essere già troppo tardi per comprendere, per pregare, per scegliere. "

Cfr anche: www.angelibuoni.it
                http://esserecristiani.blogspot.it/

I due siti sopraelencati non sono nostri, ma riteniamo che valga la pena di visitarli per alcuni post da loro scritti che potrebbero essere interessanti, e comunque non presentano rischi manifesti. Nobisco declina ogni responsabilità riguardante preghiere ed invocazioni fatte male o atte a veicolare entità disturbanti.