mercoledì 25 aprile 2012

Un'esperienza E.S.P. riguardante molto probabilmente l'Anima di una donna defunta

Questa esperienza è di una ragazza che collabora con questo blog, Francesca. 

"Negli ultimi anni, le mie facoltà psi, e quindi le mie percezioni di tipo extra sensoriale che avvengono in modo spontaneo, spesso senza che io "le cerchi", e quando meno me le aspetto, sono aumentate di giorno in giorno, con rari periodi di regressione o di blocco.

Ecco una mia esperienza semplice, per niente spettacolare (non lo sono quasi mai...), ma molto nitida e "pulita" riguardante un'Anima di una donna defunta.

Questa esperienza avvenne nel mese di marzo di quest'anno (2012), in casa mia.

Era sera ed ero appena uscita dalla doccia. Mi stavo asciugando e, come fanno molte ragazze - e penso anche diversi ragazzi - stavo anche valutando il mio aspetto fisico. Non sono sovrappeso, ma vorrei essere più snella e più alta (che novità...).
Nuda di fronte allo specchio, osservavo la mia immagine riflessa con una punta di insoddisfazione. Terminata "l'ispezione", dopo essermi data un voto estetico a malapena sufficiente, finii di asciugarmi e mi infilai il pigiama, pronta per andare a letto.

Prima di coricarmi, dato che in realtà non avevo molto sonno, decisi di finire un piccolo lavoro che avevo iniziato qualche ora prima, che consisteva semplicemente nell'annotare dei numeri di telefono in una rubrica nuova. Lavoretto facile e noioso. Mentre scrivevo (e quindi pensavo sostanzialmente solo a finire in fretta e bene quel tipo di lavoro) avvertii nitidamente un campo energetico che entrava in contatto con il mio.

In altre parole, percepii la presenza di qualcuno, che tuttavia non riuscivo a vedere. Eppure la mia percezione di presenza era chiara, precisa, pulita. Non potevo sbagliarmi. A questa precezione di presenza seguii quasi subito la percezione di udire una voce. Era la voce di una donna che non riconoscevo. Dalla voce, direi che doveva essere una donna adulta, non più ragazza ma neppure anziana. Tra i 40 e i 50 anni, o qualcosa del genere. Il tono di voce era benevolo, coridale e spontaneo.

Mi disse: - Cara, quelle cose lì non hanno tutta quell'importanza -.

Le voci dei defunti o di altre entità io a volte riesco a sentire nitidamente ma sono diverse da quelle delle persone in carne ed ossa. Sono anche'esse voci esogene, cioè di origine esterna a me. Le percepisco come provenienti da una fonte esterna a me, non "dalla mia testa" o "dal mio cuore", "dal mio animo", da una fonte che si trova quindi "fuori di me" e che è "indipendente da me".

Sono voci "meno dense" di quelle delle persone che hanno un corpo fisico, ma sono voci a tutti gli effetti, e quelle dei defunti somigliano moltissimo al tipo di voce che avevano da vivi, come intonazione, timbro, e anche modo di parlare e accento.  

Intuii che l'affermazione si riferiva al fatto che avevo trascorso lunghi minuti ad osservarmi nuda riflessa nello specchio, uscendo poi dal bagno insoddisfatta.

(P.S. per chi si chiedesse come io possa osservarmi riflessa nello specchio dopo essere uscita dalla doccia, posso rispondere che le mie docce durano poco, che non sono bollenti ma tiepide e che tengo uno spiraglio di porta aperta per impedire che la superficie dello specchio si appanni).

" non l'avranno per te, che sei morta... " pensai io rapidamente. Facile, quando ormai si ha lasciato il pesante corpo fatto di "carne e sangue" (di cellule comunque), dire che la bellezza fisica non è poi così importante !!

Percepivo la simpatia che l'Anima di quella donna provava nei miei confronti e mi sintonizzai sul suo campo, sulla sua frequenza, sulle sue vibrazioni o come volete chiamare tutto questo, per chiederle di rimanere lì con me, se lo desiderava. Non pensavo comunque di riuscire a mantenere il contatto per molto tempo, perché non avevo quell'energia, né l'aveva lei, perché si potesse prolungare di molto la nostra interazione.

Lei  quindi utilizzò la sua energia per chiedermi di pregare per aiutarla, per la sua elevazione spirituale, perché potesse appunto elevarsi, "salire di livello", accedere cioè alle dimensioni Celesti (Paradiso, come lo chiama o alcuni, Beatitudine e così via, che sono proprie delle Anime che hanno scelto di evolvere nell'Amore).

Come moltissime altre Anime, specie se le persone, da viventi, non avevano coltivato la spiritualità i modo positivo, non avevano vissuto secondo una logica di amore e di giustizia, di etica, di onestà, ma erano egoiste o troppo legate alle cose materiali e terrene, alle ricchezze e al benessere, anche l'Anima di quella donna era rimasta "legata alla terra". Era incapace, da sola, di elevarsi, o almeno pareva avesse qualche difficoltà. Penso fosse anche "legata" non tanto alle cose materiali (non era neppure dispiaciuta, e lo aveva capito di essere deceduta) quanto piuttosto ai suoi affetti famigliari.

Infatti, l'ultima cosa che mi disse, oltre al suo nome di battesimo, fu che aveva una figlia, vivente, e prima di "salire" voleva stare con lei anche se sua figlia non poteva percepire la sua presenza. Moltissime Anime hanno questo tipo di atteggiamenti, perché sono ancora legate agli affetti terreni, alla loro famiglia terrena e soltanto dopo, quando si elevano un po' di più, cominciano a desiderare di essere parte della Comunione Celeste, o Comunione dei Santi.

Quando se ne è andata e l'esperienza E.S.P. durata penso tre o quattro minuti, fu terminata, provai un senso di vertigine passeggero. Poi tutto tornò normale, come se niente fosse accaduto. Sentivo che quell'Anima non era più accanto a me, nella stanza, e ripresi il  mio lavoro di copiatura dei numeri di telefono nella nuova rubrica cartacea che avevo comprato pochi giorni prima.

Non dimenticai tuttavia quell'Anima che era venuta a chiedermi aiuto (preghiere cioè, ed energia quindi) e il giorno dopo mi dedicai a lei per alcuni minuiti.

Non ho ancora finito di lavorare su di lei, ma un po' alla volta, usando la preghiera, la visualizzazione creativa e la mia energia, con l'aiuto del Cielo... la faccio "andare più su"...

( Per chi se lo chiedesse: no, non mi spavento con queste esperienze perché ci sono abituata:  in effetti le ho fin da quando ero piccola, anche se soltanto da ragazza sono riuscita a dare loro un senso e a prenderle in considerazione quando prima le ignoravo e non ci facevo minimamente caso. E comunque spaventarsi non servirebbe a niente, anzi rovinerebbe l'esperienza percettiva, impedendone lo svolgimento, perché raramente una persona spaventata o alterata potrà avere E.S.P. nitide e chiare come questa che ho avuto io)".

Grazie, Francesca.