mercoledì 25 aprile 2012

La gatta Nobisco vi consiglia un libro: "Le Lettere di Berlicche" di C.S. Lewis

Quando questo libro, Le Lettere di Berlicche, mi fu regalato, non ero pronta per accoglierne il tipo di messaggio. Iniziai a leggere, ma lo trovavo noioso e dopo pochi capitoli - poche lettere - lo misi da parte. Tempo dopo, le mie frequenze spirituali divennero più intense e Le Lettere di Berlicche incominciò ad esercitare su di me un'attrazione quasi "magnetica".

Certo libri... ti chiamano quando è il momento giusto per te per leggerli, e ti respingono se non sei adatto. Non tutti i libri hanno questo potere, ma alcuni sì. Libri che si prestano a letture pluridimensionali. Sono le nostre facoltà intuitive a dirci quando è ora di leggere un libro di un certo tipo? O sono i nostri Custodi a suggerirci letture che, in quel momento della nostra esperienza terrena, ci possono essere utili?

Molti concetti per me davvero splendenti emergono dalla lettura meditata di questo romanzo ispirato. Per esempio: l'invito ad avere Fede senza fare della Fede fanatismo, senza sconfinare nello spiritismo o nella magia o in tutto quello che si avvale della collaborazione malvagia degli spiriti avversari (avversario è una possibile traduzione della parola ebraica satan).

Oppure: che la "religione" elaborata dagli uomini nel tempo, nelle varie culture e società, può diventare mezzo di perversione, di terrore, di abominio di vario tipo se viene appunto strumentalizzata per finalità egoistiche, perverse, e da persone corrotte.
Tuttavia, il Vero Spirituale, cioè lo Spirto di Amore e Verità, esiste ed opera ancora nel cuore e nella mente di chi cerca la Libertà.

Oppure: che Fede e Ragione NON sono assolutamente in conflitto, anzi si amano e si aiutano a vicenda come sorelle, anche se in certi casi la Fede deve fare un passo avanti, un balzo nel vuoto laddove la ragione si ferma perché non riesce più a capire dove appoggiare il piede per proseguire il cammino.

E' ragionevole avere Fede, almeno un bricioletto (NON fanatismo).
E' irragionavole radicarsi e fossilizzarsi in meccanismi di rigido ateismo (esiste anche un fanatismo ateo), di cieco materialismo, di fallace razionalismo, facendo della Ragione e della Scienza qualcosa di diabolicamente strumentalizzato, di squallidamente mutilato.

Ecco qui un altro blog, moooooolto più maturo e ricco di questo, ispirato proprio alle Lettere di Berlicche: http://berlicche.wordpress.com/

Nobisco presenta dunque lietamente il libro Le Lettere di Berlicche, che è un classico inglese molto famoso, avvalendosi anche del seguente articolo di Wikipedia discretamente scritto:

« There are two equal and opposite errors into which our race can fall about the devils. One is to disbelieve in their existence. The other is to believe, and to feel an excessive and unhealthy interest in them. They themselves are equally pleased by both errors and hail a materialist or a magician with the same delight. »
« Vi sono due errori, uguali e opposti, nei quali la nostra razza può cadere nei riguardi dei Diavoli. Uno è quello di non credere alla loro esistenza. L'altro, di credervi, e di sentire per essi un interesse eccessivo e non sano. I Diavoli sono contenti d'ambedue gli errori e salutano con la stessa gioia il materialista e il mago. »
(C.S. Lewis, Premessa a Le lettere di Berlicche, pag. 3.)

Le lettere di Berlicche (titolo originale The Screwtape Letters), pubblicato a Londra nel 1942 dallo scrittore Clive Staples Lewis, ma originariamente apparso sulle pagine del quotidiano The Guardian, è una racconto in forma epistolare in cui un diavolo anziano, “sua potente Abissale Sublimità il Sottosegretario Berlicche”, istruisce suo nipote Malacoda, un giovane diavolo apprendista tentatore. Noi non vediamo le lettere di Malacoda a Berlicche, ma il loro contenuto può essere dedotto dalle risposte di Berlicche, il quale consiglia Malacoda su come assicurare la dannazione dell'anima di un giovane essere umano a lui assegnato, indicato come il “paziente”, di fronte al Nemico (Dio).
Nonostante Le lettere di Berlicche siano una delle opere più popolari di Lewis, l'autore medesimo affermò: “sebbene non avessi scritto niente altro con tanta facilità, non ho mai scritto con meno divertimento. La facilità di scrittura derivava senza dubbio dal fatto che la trovata delle lettere diaboliche, una volta ideata, si sviluppa spontaneamente [...] Potrebbe trascinarvi con sé per mille pagine, se vi lasciaste prendere la mano. Ma per quanto fosse facile immedesimarmi nell'atteggiamento diabolico, non era una cosa divertente, e comunque non per molto. Lo sforzo mi dava una specie di crampo spirituale. [...] Ogni traccia di bellezza, freschezza e genialità doveva esserne esclusa. Ancor prima delle fine del libro mi aveva quasi soffocato.”
Lewis aveva promesso solennemente di non scrivere mai un seguito dell'opera per i motivi sopra accennati, ma nel 1959, su invito del Saturday Evening Post, si decise a scrivere un saggio intitolato Il brindisi di Berlicche (titolo originale Screwtape proposes a toast), in cui il protagonista, Berlicche appunto, pronuncia un discorso alla fine del pranzo annuale alla “Scuola Superiore di Tentazione per Giovani Diavoli”, approfondendo alcuni aspetti che nel libro precedente erano stati solo accennati e aggiungendo nuove riflessioni e considerazioni sulla situazione attuale per quanto riguarda le possibili tentazioni e la loro efficacia nei confronti dell'uomo.

Ho omesso la parte dedicata alla Trama per non rovinare l'effetto sorpresa a chi non ha mai letto questo romanzo...

Spiritualità 

Le epistole si presentano come una discussione alternativa della dottrina cristiana raccontata per antitesi. Il tono è molto divertente e così permette con una certa facilità la trattazione di temi molto delicati e non sempre facili da comprendere: in aiuto infatti viene la geniale trovata di mettere il lettore nei panni di Malacoda, per poter così capire con maggior intuizione chi è veramente il cristiano. Difatti l'arma più potente del Nemico contro gli insegnamenti di Berlicche è proprio la Ragione. Di questo viene discusso soprattutto nel primo capitolo, dedicato all'ordinarietà delle cose, nel quale Berlicche sostiene che, assuefacendo le idee del "paziente" (così è chiamata la persona di cui si occupa un demonio), la Ragione verrà presto a mancare.

Edizioni 

Wikisource: it.wikipedia.org/wiki/Le_lettere_di_Berlicche